Fuga dalle bombe, il racconto di un nostro concittadino

Sono rientrato stanotte dall’Ucraina“, con queste parole inizia il racconto di un nostro cittadino cusanese che viveva da diversi anni ad Odessa. La sua vita, e quella dei suoi conoscenti, viene sconvolta una mattina all’alba: “intorno alle 5, abbiamo sentito forti boati, senza capire da dove provenissero“, era l’inizio della guerra. “Ci siamo riparati nei sotterranei perché tremavano i vetri delle finestre e in lontananza scorgevamo dei bagliori nel cielo“, afferma il nostro compaesano. Solo in seguito scoprirà che l’attacco era rivolto a distruggere il porto e la sede della Marina Ucraina.

Nei giorni seguenti, non essendosi verificati ulteriori bombardamenti nella cittadina, la situazione sembrava non peggiorare, tanto che, il nostro concittadino, non valutava la via della fuga. Trascorrevano però i giorni e le notizie che arrivavano dagli amici a Kiev e a Mykolaïv non raccontavano di una guerra che stava volgendo al termine: “a Kiev, un amico si era rifugiato in metropolitana da qualche giorno” e dalle altre città arrivavano racconti di bombe e distruzione.

Così, provvidenzialmente, un conoscente moldavo gli ha proposto di passare il confine su un’auto percorrendo una strada secondaria, meno trafficata, ma sulla quale comunque hanno incontrato 4 posti di blocco: “al primo e al secondo il cuore batteva forte alla vista delle armi impugnate dai soldati, poi vedendo che tutto filava liscio, ho iniziato a credere di poter arrivare sano e salvo a Chişinău, in Moldavia, dove eravamo diretti “. Arrivati al confine moldavo, alcuni suoi compagni di viaggio sono tornati indietro, decidendo di organizzarsi come staffette per portare fuori dal paese civili indifesi. “Ecco la cosa più brutta della guerra: vedere donne e bambini con lo sguardo perso in piedi per ore in dogana“, sostiene.

Il nostro concittadino ha atteso qualche giorno in Moldavia, in quanto la speranza che la guerra potesse cessare è rimasta viva in lui fino al precipitare degli eventi qualche giorno fa, quando ha deciso di prenotare i biglietti aerei per rientrare in Italia.

In Ucraina lascia la sua fidanzata che non si è sentita di abbandonare i suoi cari ed il suo Paese: “se Putin voleva dividere gli Ucraini, attaccando così pesantemente, ha unito ancora di più la popolazione, creando un forte spirito nazionalistico“.  Ad attenderlo qui a Cusano Milanino la gioia di riabbracciare i suoi genitori, ma l’amarezza dell’incertezza del suo futuro e di quello del Paese, che lo aveva accolto, ora colpito dalla tragedia della guerra.

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