Nei giorni scorsi, sui giornali locali sono apparse alcune notizie imprecise rispetto alle tempistiche inerenti i “ritardi” per la fine lavori di restauro di Palazzo Omodei. L’Amministrazione Comunale coglie l’occasione per fare il punto della situazione in merito all’avanzamento dei lavori ed a confutare dette affermazioni incomplete e non documentate ma soprattutto inesatte.

Facciamo un breve ma indispensabile riassunto storico dell’origine del restauro/risanamento conservativo del palazzo.

Nel gennaio 2003 veniva stipulato l’Accordo di programma per la riqualificazione di una vasta area industriale posta proprio nel centro di Cusano, gli interventi sono molteplici e comprendono:

 Restauro/risanamento conservativo di Palazzo Omodei e del giardino antistante, riqualificazione Piazza Cavour e via Omodei

 Riqualificazione delle aree lungo il Seveso con creazione di un parco, realizzazione di due ponti, riqualificazione di via Mazzini, realizzazione di parcheggio in via Pedretti

 Edilizia residenziale pubblica con la relativa acquisizione di aree, previa demolizione dell’edificio di Piazza Cavour

 Acquisizione aree e realizzazione edificio per Croce rossa e protezione civile

 Edifici residenziali privati, edifici residenziali convenzionati privati

Il 31 luglio 2003 veniva sottoscritta la prima “Convenzione del Programma di recupero urbano dell’area ex manifattura sul Seveso e CIA” dove venivano indicati – sulla base di un progetto preliminare – i tempi ed i modi dei singoli interventi.

Per Palazzo Omodei la convenzione indica 52 mesi di lavori a decorrere dal 14 maggio 2003 data in cui veniva pubblicato il Decreto della Giunta Regionale, quindi la fine lavori indicata nel 14 agosto 2007.

In realtà il progetto è stato oggetto di ripensamenti vari; tra i primi vi è stata la necessità da parte della precedente amministrazione Volpato di riacquisire spazi e metri quadri per realizzare una biblioteca, locali in prima istanza concessi al privato. Ne è risultata una seconda convenzione del 2007 che ha modificato quantità, qualità e termini per l’esecuzione delle opere, che vengono ora indicati in 78 mesi a decorrere dal 14 maggio 2003 portando il termine dei lavori alla data del novembre 2009, con inizio dei lavori in maggio 2007.

Ovviamente erano necessarie ed imprescindibili le autorizzazioni da parte della Sovrintendenza ai Beni Architettonici e dei Vigili del Fuoco, che non solo hanno ottemperato con tempi più lunghi del previsto, ma hanno anche indicato una serie di prescrizioni che andavano recepite dal progetto esecutivo, che veniva finalmente approvato dalla Giunta Volpato il 28 aprile 2008.

Tutto ciò ha inciso di molto sulle iniziali ottimistiche previsioni basate su una teorica tempistica: è ovvio che senza la conoscenza completa di tutte le implicazioni legate alla stesura del progetto (che si concretizzano solo al momento della stesura del progetto esecutivo e delle sue presentazione agli enti preposti) non si può stabilire con precisione l’inizio dei lavori e indicare un crono programma attendibile.

E’ quindi dal 19 maggio 2008, data effettiva di inizio lavori, che si debbono far partire i previsti 30 mesi per la durata dei lavori di restauro vero e proprio, portando la data di fine lavori a novembre 2011, “fatte salve eventuali proroghe per cause non imputabili alla società”, (così come recita l’art. 19 della convenzione). Tra queste le sospensioni fisiologiche e motivate che si hanno in tutti i cantieri per questioni climatiche, per imprevisti, questi ultimi assai più frequenti e probabili quando si interviene su di un edificio storico e consentita delle norme sui progetti dei lavori pubblici.

L’attuale Giunta Ghisellini, insediatasi dopo solo un anno dall’inizio dei lavori relativi all’edificio storico, si è trovata a dover gestire una serie di problematiche imprevedibili, che hanno richiesto adeguamenti ulteriori e varianti al progetto approvato. Ne vanno segnalati due importanti; il primo una ulteriore richiesta di variante da parte della Sovraintendenza la cui autorizzazione è stata rilasciata a luglio 2010.

I principali motivi per la richiesta:

 ritrovamento pavimentazione medievale, con modifica ai servizi e alla reception;

 modifica uffici per richiesta di accessibilità con ascensore al magazzino libri;

 modifica interpiani e struttura portante copertura;

 variante al previsto ingresso principale per impossibilità di creare un’apertura dalle dimensioni indicate in progetto per problemi di ordine statico;

 ritrovamento di una cantina nella zona ingresso degli uffici con modifica al vano ascensore e scale di distribuzione agli accessi;

 spostamento dei servizi igienici del piano terra necessario secondo la Soprintendenza per non forare i soffitti cassonati lignei, cosa che ha richiesto una generale rivisitazione del progetto nel suo complesso.

Il parere e l’autorizzazione della Sovraintendenza sono arrivati nel luglio 2010, con ripresa dei lavori il 13 settembre 2010.

In seguito a tale variante e sospensione forzata dei lavori (118 giorni) sono stati concessi ulteriori 16 mesi a fronte dei 21 richiesti dalla Direzione Lavori, arrivando così a definire la data di consegna a luglio 2012.

E’ questa la data da considerare ufficiale per la consegna dei lavori. Possiamo quindi parlare eventualmente di solo un anno di ritardo, visto che ad oggi le opere di restauro sono realizzate per 80%, sono pressoché terminate le opere relative alla facciata, sono in fase di realizzo la posa dei pavimenti, dei serramenti interni, dei climatizzatori e degli altri impianti idrico – sanitari.

La data prevista di fine lavori del Palazzo così come del parcheggio e relativa Piazza Cavour è a luglio 2013.

La seconda variante affrontata dalla Giunta Ghisellini riguarda il parcheggio interrato in via Cavour, progetto in stretta correlazione con la messa in funzione del Palazzo, dato che qui vi si collocano gli impianti dell’edificio storico.

Si è ritenuta necessaria una variante al progetto ereditato dalla Giunta precedente, modificando la posizione della rampa d’accesso prevista su via Omodei in quanto la scelta iniziale è apparsa discutibile se non irragionevole: perché posizionare l’accesso da una via senza sbocco, di calibro ristretto in un zona storica a chiara vocazione residenziale, che sarebbe stata snaturata dall’aumento del traffico a fronte di una sezione stradale ristretta? Già oggi la strada in questione è spesso oggetto di traffico ingestibile, imbottigliamenti e litigi tra automobilisti. Si è quindi deciso di spostare la rampa su via Matteotti, asse commerciale che godrà direttamente dei parcheggi interrati, pur mantenendo e aumentando la quota di parcheggi a raso in prossimità dell’asilo.

Un altro imprevisto è stata la presenza del canale scolmatore del Villoresi proprio in prossimità delle fondazioni del palazzo (che dovevano essere rinforzate) e collocato nel bel mezzo di piazza Cavour, cioè dell’area da scavare per la realizzazione del parcheggio interrato. Le autorizzazioni per la rimozione e rifacimento ex-novo di tale porzione di tubatura hanno richiesto quasi un anno intero di trattative con gli enti gestori.

Terminati i lavori di Palazzo Omodei, parcheggio e piazza, sarà quindi possibile iniziare i lavori di riqualificazione della via Omodei.

La convenzione generale del 2003 era l’atto per sancire un accordo di programma per un progetto urbanistico di ampio respiro, la sua conclusione naturale è a dieci anni dalla sottoscrizione per la realizzazione degli edifici residenziali privati (2013), mentre per le opere pubbliche l’art. 19 della convenzione stabilisce “… per le realizzazioni di tutte le opere di urbanizzazione primarie e secondarie e per il restauro di palazzo Omodei sono fatti salvi i termini di cui al precedente art. 3 (cronoprogramma) e loro eventuali proroghe per cause non imputabili alla Società Attuatrice”

Va sottolineato come all’interno della Convenzione non sono state previste penali per ritardata esecuzione salvo riscossione delle fideiussioni.

E’ quindi evidente come la data riportata da alcuni giornali del primo termine per la fine dei lavori, il 14 novembre 2009, usato per proclamare quattro anni di ritardo, non ha senso così come non hanno senso i titoli che indicano i presunti “ritardi epici”.

28 gennaio 2013

a cura dell’Ufficio Stampa

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