Avevate vent’anni nel ’40

di Osvaldo Grassi (figlio di Felicita Seregni) – 1980

Avevate vent’anni nel ’40,
dispiegaste le ali per volare
verso il libero cielo della vita,
ma il vostro cielo era chiuso in una gabbia.
Allora….
Nacque nel cuore la voglia di volare,
guizzò nella mente il lampo di un’idea,
crebbe nel braccio la voglia di combattere,
……e fu subito amore!
Amore per la pace.
Amore per la libertà.

E foste mille e mille,
uomini e donne
alcuni poco più che ragazzi.
C’eravate!
Fianco a fianco sui monti,
nelle valli
in città
nel nebbioso autunno e nel rigido inverno,
e per la libertà combattevate!

Ogni giorno una nuova ferita,
ogni giorno un compagno caduto,
ma non c’era tempo….
Non c’era tempo per sentire il dolore,
non c’era tempo per piangere.
Ricacciando in gola il pianto ed il dolore
Per racchiuderli per sempre nella memoria
Vi avviaste verso la primavera.

E fu… Primavera di gloria!
Con Voi l’Italia risollevò la testa,
scrollò dal collo il giogo
dispiegò le ali e….tutta volò verso la Pace e la Libertà.

A Voi che avevate vent’anni nel ’40
A Voi che non avete più vent’anni
Io dico: Grazie!
Grazie per averci regalato una nuova stagione
Dolce di pace e di libertà
Solo una promessa vi facciamo
Non Vi dimentichiamo e non lasceremo dimenticare!

Ma, se mai, in un tempo lontano
Questa stagione finirà;
se mai, il cielo della vita sarà di nuovo in gabbia,
spero che il Vostro spirito quel giorno sarà
al fianco, a guidare il braccio di chi sentirà guizzare nella mente il lampo di un’idea,
nascere nel cuore il desiderio di volare,
e crescere nel braccio la forza di combattere.

 

Ciao…Belle…Ciao

di Osvaldo Grassi – 1 Marzo 2006

Adele. Annunziata. Gina.

Irma. Nori. Stellina.
Marcellina. Felicita. Ambrogina.

Nomi di donne che conosco.
E cento altre che non conosco.
Piccole donne,
forse indifese, ma di certo non deboli.
Donne che un sogno ha reso più forti,
grandi e indistruttibili.
Donne frettolose e silenti,
nelle nebbiose serate autunnali,
così com’era, silente amica,
la nebbia che vi avvolgeva.
Donne infreddolite, così com’era fredda
la neve che nell’inverno,
lenta cadeva.

Donne che pedalando veloci in bicicletta
andavano radiose incontro ad un nuovo destino.
Donne talvolta stanche,
non per l’impegno grande,
ma sopra tutto
stanche, di una stanchezza antica, per un giogo che pesava.
Talvolta trepide e guardinghe,
vigili sempre!
di quel timor che ad ogni passo: “Attenta!!” sussurrava.

Perchè, pericoloso carico
Portavano, talvolta, le vostre innocenti borse della spesa!
Perchè prezioso carico portavano i vostri cuori!
E ben più prezioso carico
portava qualche ventre in dolce attesa!
Un carico fatto di certezza e di speranza,
il sogno di un futuro che lentamente avanza.
A molte quel sogno chiese la vita!

Tante eravate.
Quante?
Chi lo sa!
Ma tutte con nell’anima un’idea:
il sogno di una futura Libertà!
Poche tra voi sono rimaste
Molte ormai ci hanno lasciato … ma …
qui, … restate qui!
Nei nostri cuori e nella memoria,
e con un bacio lanciato sulla punta delle dita
no! Non vi dico addio
ma vi sussurro: “…Ciao, Belle, … Ciao.”

 

Se ti chiederanno.

di Osvaldo Grassi – 2005

Se ti chiederanno
A chi serve la pace?
Risponderai : a me !

Se ti chiederanno
A chi serve la democrazia ?
Risponderai: a me!

Se ti chiederanno
A chi serve la libertà?
Risponderai : a me!

Se ti chiederanno perchè
Risponderai : per ricordare chi mi ha dato tutto ciò!

E quando ti chiederanno : chi fu?
La tua risposta sarà : la Resistenza!

 

La Spagna nel cuore

di Osvaldo Grassi – 1998 (viaggio della memoria (1999) sui luoghi dei combattimenti in Spagna)

Venimmo a te da ogni dove, quali tuoi figli

Non generati dal tuo fecondo seno
Ma figli nati dalla tua pena.

Venimmo!
E ti difendemmo con lo stesso amore
Con cui si difende una madre oltraggiata,
dopo la Patria, fosti per noi la terra più amata.

E fummo mille e mille
E ancora di più,
cento culture, cento diverse parole,
venimmo a te per riscattare il tuo dolore.

Ti portammo il calore di un nuovo abbraccio
cantando nuove canzoni.
Indomiti cuori
per il valido abbraccio.

Sputa il cannone il suo rombo di guerra
Che, ancora ferisce la tua amata terra.
Guadalajara, l’Ebro, la martire Guernica,
c’è troppo sangue, corpi senza vita
nell’aria il grido della carne ferita.

Il tramontar del sole, molti, domani non vedranno
Ed il pensiero corre ai giorni che verranno.
Pensiero di Pace, giorni di libertà.

Ma il sogno è sfumato
Il nostro amore per te non è bastato
La colomba della Libertà non ha volato.

Ce ne andammo con la Spagna nel cuore,
lasciandoti, ci dissero, TORNATE!

Siamo qui di nuovo con lo stesso amore!