Lo stemma di Cusano Milanino è stato deciso dal Consiglio Comunale nel 1949 ed approvato dal Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, il 30.5.1953.
La descrizione dello scudo è la seguente: “Leone d’oro e castello d’argento, torricellato e merlato alla guelfa con bordatura scaccata di 6 pezzi per lato di verde e d’oro”.
Al comune, con Regio Decreto 16.2.1928, era già stato concesso un primo, diverso stemma, revocato perchè con simboli fascisti.
I disegni ed i colori dello stemma rappresentano la storia di Cusano Milanino, attraverso i riferimenti agli stemmi delle famiglie nobili Cusani ed Omodei ed alla presenza sul territorio di un “castello”, l’antico palazzo Omodei.
La spiegazione del perché lo stemma è fatto così si ha attraverso l’araldica, la disciplina che ha per oggetto la composizione e lo studio degli stemmi.
Gli stemmi dei Comuni sono composti da uno scudo, sormontato da una corona e circondato da un elemento decorativo.
Descrizione dello stemma del Comune di Cusano Milanino
La corona ha 9 porte visibili, con merlature a coda di rondine
La bordura è scaccata di 6 pezzi per lato, di verde e d’oro e fa riferimento agli stemmi di due antiche famiglie storicamente presenti a Cusano: i Cusani e gli Omodei, feudatari dal 1675
Lo scudo è partito nel primo di nero, al leone d’oro, lampassato. Il leone deriva probabilmente dalle stemma di un ramo romano della famiglia Omodei.
Lo scudo è partito nel secondo di rosso al castello d’argento, murato di nero, torricellato merlato alla guelfa aperto. Il castello d’argento potrebbe far riferimento all’antico Palazzo Omodei, poi residenza dell’illustre famiglia spagnola Manriquez.
L’elemento decorativo è costituito dal due rami, uno di quercia e uno di alloro con bacche, che si incrociano sotto la punta dello scudo, annodati da un nastro.
Significato di alcuni termini araldici
bordura: bordo esterno
scaccata: fatta a scacchi
partito: scudo diviso in due parti uguali da una linea retta verticale
lampassato: con la lingua di un colore diverso dal resto del corpo
merlato alla guelfa: con merli di forma quadrata o rettangolare