FotoMarcellina_piccolo.jpgI genitori e la figlia hanno conservato con cura i materiali più vari che testimoniano, con una ricchezza incredibile, l’eccezionale storia e l’impegno antifascista, civile e politico di Marcellina Oriani.

Nata a Cusano Milanino il 26.3.1908 apparteneva ad una delle più conosciute famiglie locali, che comprende tra i suoi componenti anche Padre Marcellino da Cusano, di cui portava il nome ed era nipote prediletta nonostante le idee completamente diverse.

Il padre, di sinistra, fu per 15 anni consigliere comunale nella giunta di sinistra dell’inizio secolo e fin da bambina Marcellina leggeva, in casa, i giornali socialisti L’Avanti e la Giustizia.

Per motivi economici cominciò a lavorare in fabbrica a 11 anni.
La sua attività clandestina iniziò nel 1928 a Cusano Milanino quando, operaia tessile alla S.A.S.A., fu licenziata in seguito ad uno sciopero che aveva organizzato.

Si iscrisse al PCI clandestino (Partito Comunista d’Italia) formando la prima cellula giovanile con i fratelli Seregni (Osvaldo, Ambrogina e Felicita) e le sorelle Giussani (Jones e Amelia).

Come responsabile di cellula si distinse per coraggio nella diffusione della stampa e nel Soccorso Rosso, il cui compito era raccogliere fondi per permettere di sopravvivere alle famiglie degli antifascisti, arrestati o senza lavoro a causa del loro impegno politico.

Nel 1934 fu lei ad essere arrestata insieme ad altri 16 compagni in seguito all’individuazione di Ettore Borghi del centro estero del PCI, e deferita al Tribunale Speciale che la condannò a 10 anni di carcere per “costituzione di associazione comunista, appartenenza alla medesima e propaganda sovversiva”.

In tutta Italia furono solo 122 le donne condannate dal Tribunale Speciale: Marcellina è una di loro.

Le sue lettere dal carcere, Roma prima e Perugia poi, testimoniano la sua profonda ricchezza umana e la dedizione alla causa dell’antifascismo e del comunismo.

Rilasciata per amnistia nel 1938 dopo 4 anni di carcere, restò sotto vigilanza speciale per 3 anni, con entrambi i genitori da mantenere, ma riprese subito i contatti con il suo partito.

Di nuovo al lavoro come operaia tessile, dopo l’8 settembre 43 fu minacciata di morte; il partito allora la tenne nascosta fino al novembre del 43, poi la mandò a Legnano, dove lei riuscì ad organizzare le operaie tessili e a farle scendere in sciopero assieme agli operai della Franco Tosi, una manifestazione questa che, dato il periodo, ebbe una grande risonanza e costò la deportazione in Germania di 60 operai che non fecero più ritorno.

Marcellina fu individuata e ricercata, così fu spostata a Milano dove diede il suo aiuto nell’organizzazione dei famosi scioperi del marzo ’44.
Ancora ricercata, minacciata di fucilazione e con l’incubo della pressione che veniva esercitata sui suoi familiari, alla fine di marzo fu mandata in Liguria (a Genova e a Savona) per organizzare i GDD – Gruppi di Difesa delle Donne.

Qui svolse un rischioso lavoro cospirativo e di sabotaggio, ricorrendo a false identità (Elena e Silvana) per sfuggire ai fascisti ed ai tedeschi.
E’ riconosciuta e documentata, a livello nazionale, la sua figura come particolarmente importante quale organizzatrice della Resistenza in Liguria, con numerosi attestati e racconti dell’attività partigiana, che fu ricca di episodi coraggiosi che sono rimasti profondamente impressi nella memoria di chi ha vissuto quegli anni.

Dopo il 25 aprile poté tornare a Cusano Milanino e sposare Giuseppe Chiesa, da cui era stata divisa per tanto tempo perché perseguitato come antifascista e da cui ebbe una figlia, Marinella Chiesa.

Nel 1946 fu candidata all’Assemblea Costituente nelle liste del Partito Comunista Italiano, per il collegio di Milano, rimanendo esclusa per poco.
Fu subito invece eletta, unica donna, nel primo Consiglio Comunale di Cusano Milanino dopo la Liberazione e restò in carica dal 1946 al 1951, ricoprendo anche il ruolo di assessore supplente.

Non tralasciò mai il suo impegno politico con la battaglia in fabbrica, nel sindacato, nell’Unione Donne Italiane (UDI), nell’ANPI.
Morì il 22 dicembre 2000, all’età di 92 anni.

Marcellina è stata una grande figura di donna: riferimento morale, politico e organizzativo per tutte le antifasciste impegnate nella costruzione di una Italia diversa che riconoscesse i diritti delle donne, prima di tutto quello alla pace.

Rimane nella memoria di molti la bandiera ricamata con i nomi delle donne di Cusano impegnate nella battaglia per la Pace, che veniva portata in tutte le iniziative.

Tanti hanno scritto su di lei e con lei. Questo materiale costituisce una grande bibliografia che invitiamo a consultare e leggere per recuperare nelle memoria storica di Cusano Milanino questa piccola grande donna ed i suoi ideali, testimone di un’epoca difficile e travagliata, ma connotata da forti ideali e passioni … sofferte.